mercoledì 9 marzo 2011

Si dice che Gheddafi spara con armi italiane


Ecco la denuncia documentata dalla Rete Italiana per il Disarmo e dalla Tavola della Pace che chiedono al governo Berlusconi di rispondere urgentemente in merito: "Nel 2009 l’ Italia ha triangolato attraverso Malta al regime del colonnello Gheddafi oltre 79 milioni di euro di armi leggere ad uso militare della ditta Beretta". E’ anche con queste armi che l’esercito di Gheddafi sta sparando sulla popolazione”.

E' stato dichiarato che si tratta di armi che sono di provenienza italiana – come ha confermato direttamente un funzionario del Ministero degli Esteri di Malta, e non hanno mai toccato il suolo maltese. Lo stesso conferma che in territorio maltese non sono presenti fabbriche di armi e munizioni. Il ministero degli Esteri maltese ha tenuto a precisare poi che il destinatario finale della consegna era il governo libico e siccome nel 2009 non c' erano forme di sanzione verso il regime di Gheddafi allora le autorizzazione ai traffici sono state rilasciate senza problemi. Da alcune relazioni della presidenza del Consiglio Italiano non risulta ancora alcuna autorizzazione all’esportazione di quelle armi né a Malta né alla Libia, creando quindi un buco impressionante in termini di controllo.

La rete italiana per il disarmo e la Tavola della pace in un comunicato congiunto afferma che nel 2009 oltre 11 mila tra carabine, fucili e pistole del valore di quasi otto milioni di euro sono stati esportati con beneplacito del governo Berlusconi dalla fabbrica d’armi Beretta al colonnello Gheddafi. Le due organizzazioni già nei giorni scorsi avevano denunciato l’esportazione di armi italiane verso la Libia, ma ora, presentano i dettagli dell’operazione. “E’ accertato, si legge nel comunicato, nel 2009 il governo Berlusconi ha autorizzato l’invio a Gheddafi di 11mila tra pistole e fucili semiautomatici della ditta Beretta decidendo poi di non segnalarlo all’Unione Europea. In merito a ciò al Governo italiano, Rete italiana per il disarmo e la Tavola della pace, infine, viene rinnovata la richiesta di far chiarezza sulla vicenda.
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